Credo che Ezechiele fosse da loro considerato come un figlio, forse perché infine era giunto a farne le veci, certo del tutto inconsapevolmente.
Loro erano persone molto sensibili, riservate, a noi molto care. Avevano accennato a parlarne ben poche volte, tuttavia mi era sembrato di capire che dovevano essere stati quei suoi occhietti vivaci, talvolta un po’ enigmatici, sognanti, ad averli ammaliati.
La prima vittima, se così si può dire, doveva esserne stato proprio Giorgio, uomo sicuramente di cuore, genuino, appassionato in tutte le sue cose. Ma poi anche lei, Elisa, persona più compassata, desiderosa di attenzione, doveva essere stata catturata dal modo delicato con cui gratificava chiunque della massima attenzione – non cessava mai di guardarti e di masticare, a bocca chiusa, educatamente, con i baffetti bianchi che vibravano, le orecchie che si muovevano ad ogni tua più piccola mossa, orecchie lunghissime e dritte, come hanno i conigli.